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INAUGURAZIONE ANNO SCOLASTICO 2018/2019 “Beata Maria De Mattias” IL DONO DELLA CONOSCENZA

Qual è il più bel regalo che voi genitori e noi insegnati possiamo fare e che facciamo ogni
giorno a questi ragazzi?
Qual è invece il nemico più insidioso, più invadente e più stravolgente che dobbiamo
sconfiggere e contro il quale non si dovrebbe mai smettere di combattere?
La risposta sembra semplice ma comporta impegno e metodo.
Il più bel regalo è la CONOSCENZA
Il peggior nemico è l’IGNORANZA
Mi voglio soffermare su una lettura di concetto della Conoscenza che da un lato vi stupirà,
dall’altro – pensandoci bene – vi darà delle conferme.
Infatti non vi parlerò dell’importanza dell’informatica o della lingua inglese a cui pure diamo
tanto spazio ma vi parlerò di alcuni DONI – che questo istituto vuol far emergere e fortificare
nella mente e nel cuore dei nostri alunni.
1) Intelletto. E’ il dono della “profondità” contro la “superficialità”, dell’ “essere” contro l’
“apparire”. In un’epoca di “fake news” (di notizie false), si è portati a credere a tutto ciò che ci
viene da internet o dai mass media, convinti che se in tanti l’hanno letta e diffusa, la notizia sia
vera e affidabile. Ma tutti sanno che se non si verifica la fonte e l’attendibilità di ciò su cui si fa
fondamento si rischia di credere a tutto. Esempio eclatante sono i “terrapiattisti” movimento
nato in America che sostiene che la terra sia piatta. Basta andare su internet per verificare che,
per quanto sia assurda tale teoria, vi siano già migliaia di seguaci.
Ci vuole allora – e le nostre insegnanti lo fanno ogni giorno – chi stuzzica l’Intelletto a non
essere superficiale, ma ad arrivare al cuore delle cose. Questo dono può agire in diversi modi:
può darci la capacità di conoscere noi stessi – che è il primo passo per definire una propria
identità forte e al contempo sensibile, profonda ma anche aperta e socievole per arrivare a
conoscere e capire a fondo gli altri, ma può essere anche l’intelligenza spirituale per leggere al
di sopra della materialità umana per ricavarne un nutrimento di vita.
2) Fortezza. È il dono del coraggio, della costanza, della tenacia: per superare una difficoltà, anche nello
studio, anche per trovare la soluzione ad un problema di matematica ci vuole impegno.
Bisogna. Fin da piccoli imparare ad apprezzare il valore della fatica, delle cose che non “calano
dal cielo” ma di quelle ottenute col proprio impegno. Nello studio è come nello sport, più si
fatica, più ci si allena e maggiori risultati si conseguono. E come nello sport i nostri insegnanti
sono i “personal trainer” (una volta si chiamavano gli allenatori) dei vostri figli e nipoti.
3) Scienza. Questo dono può essere espresso anche col termine “conoscenza” che nella Bibbia significa
anche “amare”. Chi ama capisce meglio, capisce prima, capisce di più. Fare le cosa in maniera
motivata, studiare con gusto e con amore, fa nascere curiosità e passione e voglia di
approfondire. Quindi, la nostra scuola, al di là degli opportuni metodi didattici, sa bene di
dover trasmettere l’amore per la conoscenza – nemica dell’ignoranza.
Il dono della Scienza insegna ad amare una persona se la si vuole capire e anche Dio lo si
comprende solo amandolo. Mentre nel nostro linguaggio “scienza” significa conoscenza umana
di tipo tecnico, mediante la quale si arriva a dominare il mondo, nel linguaggio biblico
“Scienza” è la capacità di conoscere il mondo, senza dominarlo, ma, al contrario, riconoscendo
Dio come Creatore. Scienza dunque è la luce per vedere nelle cose e nelle persone la bellezza e
la potenza di Dio, ma è anche la conoscenza che scaturisce dall’amore: il cuore che ama
comprende più della mente. Il cuore si apre alla fiducia in Dio e accetta anche ciò che non si
capisce (prove e dolore).
4) Sapienza. La Sapienza ci aiuta soprattutto a saper distinguere il bene dal male.
Ma come fare? I figli non desiderano che gli si imponga nessuna scelta o decisione, essii fin da
subito, anche quando il genitore non ne riconosce ancora la maturità, scalpita per attuare
un’autonomia decisionale, perché la rivendicazione dell’autonomia è funzionale alla crescita,
alla necessità di autodeterminarsi. Ma accanto all’autonomia decisionale è necessario
aggiungere la rettitudine decisionale.
È qui che si inserisce l’impegno educativo genitoriale. La rettitudine è un elemento
fondamentale nello sviluppo della capacità decisionale. È un atteggiamento del cuore e della
mente che non è istintivo, non cresce fisiologicamente. Essa è garanzia dell’agire secondo
coscienza. Direi perciò che non basta preoccuparsi che i figli agiscano secondo coscienza, per
strapparli al plagio o al conformismo e all’omologazione quanto ci deve preoccupare che la
loro coscienza sia sufficientemente e rettamente formata. È qui che si inserisce la nostra
responsabilità educativa per offrire motivazioni, categorie interpretative che permettono di
riconoscere il bene e rifiutare il male e così decidersi per azioni rette volte a realizzare il bene.
5) Il Consiglio. Questa qualità che va sviluppata col tempo agisce in noi in due modi: ci fa diventare consiglieri
per gli altri, ci fa diventare disponibili a trasmettere le nostre esperienze e conoscenze, ma non
per vantarcene ma per farne “provvista” per gli altri, ma ci fa anche riconoscere bisognosi di
consigli nelle quotidiane scelte che la vita ci mette davanti. Si tratta di saper ascoltare gli altri,
di saper rispondere agli altri, in maniera aperta dialogante e costruttiva.
Sapete quanto è importante la comunicazione, quanto è importante far arrivare messaggi non
conflittuali. Insistiamo spesso con i nostri alunni per un linguaggio “pulito” lineare, chiaro.
Evitare e “parolacce” le volgarità, le frasi sgradevoli ed offensive, non è solo una questione di
educazione, ma è una questione di “piacevolezza” discorsiva; è rendere la comunicazione
sempre accettabile dando la possibilità all’altro di dire la sua, di trasmettere le sue idee, le sue
sensazioni e i suoi bisogni. Vi esorto a lavorare insieme per conseguire anche questo obiettivo.
CONCLUSIONI
Qualcuno si sarà accorto che ho appena elencato cinque dei sette doni dello Spirito Santo.
Mancano Pietà e Timor di Dio, su cui oggi non mi soffermerò, sia per questione di tempo, sia
perché richiedono un ambito più spirituale e raccolto. Ma da quanto ho detto avrete capito
che aver iscritto i vostri figli ad una scuola cattolica, non è una “diminutio” ma un’opportunità
formativa in più. Noi contiamo di dare ai Vs. figli una marcia in più, ma non un’altra marcia per
incrementare le velocità folli, al ritmo forsennato e disumanizzante a cui questa società ci
vuole portare, ma anche una marcia “ridotta” cioè quella che si innesta per i percorsi difficili,
per superare ostacoli e per trovare percorsi alternativi che però, fanno arrivare prima, meglio e
dove altri non arrivano.
Rafforziamo dunque quell’ALLEANZA EDUCATIVA scuola‐famiglia a cui tanto teniamo e anche
quest’anno scolastico sarà foriero dei bellissimo DONI di cui vi ho parlato.

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Segreteria


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